LESBO
Descrizione
Il diffusore soffiato a mano crea suggestive interazioni con la luce. La gradazione del bianco sfumata permette di nascondere la sorgente luminosa e di indirizzarne verso l’alto l’emissione, crea un’atmosfera di luce morbida che esalta le caratteristiche materiche del vetro.
Lampada in pronta consegna:
Lampada da tavolo Lesbo in vetro soffiato sfumato bianco e alluminio. Dimmerabile, lampadina esclusa.
Dettagli
- Codice Prodotto: 14LESBO
- Colore: Diffusore in vetro soffiato sfumato bianco e base in alluminio.
- Dimmerabile: Sì
- Materiali: Base in alluminio, diffusore in vetro soffiato opalino sfumato cristallo.
Taglie e misure
- Diametro: 16 cm
Lunghezza: 52 cm
Altezza: 37 cm
Brand
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Artemide
Fondata nel 1960, è uno dei brand di illuminazione tra i più conosciuti al mondo. Nota per la sua filosofia "The Human and Responsible Light".Artemide è oggi sinonimo di design, competenza nel progetto della luce e innovazione con prodotti che sono espressione di ricerca e grande qualità di manufacturing.
Numerosi sono i brevetti di invenzione riconosciuti nel corso degli anni per le innovazioni tecnologiche, meccaniche ed optoelettroniche sviluppate (10 depositati solo nel 2016). Artemide ha contribuito alla storia del design internazionale con prodotti come Eclisse (1967, di Vico Magistretti), Tolomeo (1989, di Michele De Lucchi e Giancarlo Fassina) Pipe (2004, di Herzog & De Meuron) e la collezione IN-EI (2014, di Issey Miyake), tutte insignite del Premio Compasso d’Oro.Nel 1994 Artemide ha ricevuto il Premio Compasso d’Oro alla carriera, il prestigioso European Design Prize nel 1997 e nel 2013 il "Premio Leonardo Qualità Italia 2012".
Le lampade di Artemide sono considerate a livello internazionale delle icone del design contemporaneo: sono esposte nei maggiori musei di arte moderna e collezioni di design del mondo. Artemide collabora da sempre con i più famosi designer internazionali e promuove attivamente workshops con scuole di design al fine di scoprire i migliori talenti tra le giovani leve. Nel suo percorso di innovazione ha inoltre stretto collaborazioni di ricerca con prestigiose Università italiane ed internazionali.
Designer
Nel 1948 si laurea in architettura al Politecnico della stessa città. Negli anni 1953-1954 svolge attività professionale negli Stati Uniti partecipando, tra l’altro, al concorso per il "LOOP" di Chicago. Durante questo periodo di permanenza all’estero conosce Frank Lloyd Wright, Walter Gropius, Mies van der Rohe e Konrad Wachsmann.
Nel 1955 di ritorno dagli Stati Uniti, apre uno studio a Milano con Bruno Morassuti fino al 1960, inaugurando nel 1989 la sede di Tokyo.
Mangiarotti affianca all’attività professionale, le cui opere sono pubblicate su libri, riviste specializzate e quotidiani, una intensa attività didattica svolta nelle Università italiane ed estere, tenedo numerosi seminari e conferenze a livello internazionale.
L’attività progettuale di Mangiarotti, i cui fondamenti teorici sono stati espressi nel libro intitolato "In nome dell’architettura" e pubblicato nel 1987, tende ad evidenziare le caratteristiche intrinseche di ogni oggetto, in quanto solo una progettazione "oggettiva" è in grado di evitare prevaricazioni nei confronti della propria utenza per diventare invece riconoscibile collettivamente. Il linguaggio architettonico diventa l’espressione di un nuovo rapporto tra uomo e ambiente, mentre nell’attività di designer Mangiarotti riserva un ruolo molto importante alla ricerca plastica. Obiettivo della sua ricerca, condotta sempre nel rigoroso rispetto delle caratteristiche della materia, è la definizione della forma dell’oggetto come qualità della materia.
Muore a Milano il 30 Giugno 2012.